BRASILE: I GANGSTER AL POTERE

RADIO CENTO MONDI NEWS VALUES


Mentre nelle città brasiliane dilagano le proteste contro il colpo di stato istituzionale, mediante l’impeachment di Dilma Rousseff, condite dalle repressioni violente da parte delle forze dell’ordine, il “Parlamento dei corrotti” approva una legge-beffa che mette a riparo il nuovo Presidente golpista, dalla “Pedalata fiscale”, l’accusa pretestuosa con cui la Presidentessa è stata defenestrata. Papa Bergoglio decide di non andare in Brasile…

By Marco Marano


Bologna, 6 settembre 2016 - Davvero paradossale. Dilma Rousseff è stata “eliminata” dalla carica di Presidente del Brasile, per avere attuato la “pedalata fiscale”, grazie alla votazione di quei due terzi del Parlamento inquisiti per corruzione, frode, omicidio. Sono questi i più rilevanti capi d’accusa, che vedono protagonisti anche il nuovo presidente Temer come il Presidente del Senato Renan Calheiros. Questo meccanismo consiste nell’essersi fatta anticipare i soldi dalla banche per coprire il bilancio, senza autorizzazione del Parlamento, una pratica usuale a tutte le presidenze del Brasile, non prevista dalla Costituzione come reato contro lo Stato. Il Parlamento lo ha rubricato come “crimine di responsabilità fiscale”, costruendoci su un falso impeachment.



Adesso, il Presidente Temer, per mettersi al riparo da eventuali problemi, ha fatto approvare una legge che non rende perseguibile la prassi della “pedalata fiscale”, la quale anche quest’anno verrà applicata dal nuovo governo. Paradossale, proprio così, perché è stata la scusa per eliminare dal potere la Presidentessa che rappresenta quel partito del lavoratori, che, tra mille errori, ha comunque in tredici anni cercato di abbassare il dislivello delle ingiustizie, in un paese dove l’1 per cento della popolazione controlla quasi il sessanta per cento dell’economia. 



Uno scandalo che ha fatto luce sulla stratificazione della corruzione dei parlamentari, i quali per salvaguardarsi dalle inchieste, hanno generato il falso impeachment contro la Rousseff, annullando i progressi raggiunti in tema di diritti e ingiustizie dai governi del partito dei lavoratori, questo attraverso leggi che vanno a colpire i più deboli e la ripresa delle privatizzazioni per rendere sempre più dinamico il sistema oligarchico.


Centinaia di migliaia di persone stanno ogni giorno manifestando per chiedere nuove elezioni, manifestanti spesso repressi dalla violenza della polizia. Persino Papa Francesco ha chiesto di pregare per gli ultimi, per proteggerli dagli sfruttatori di ogni tipo, salvando il popolo con la giustizia sociale. Ecco perché probabilmente non si recherà in Brasile come promesso nel 2013…

Credits Edson Palheta


Commenti