Ormai le proteste
studentesche in Ungheria si stanno susseguendo a ritmo incalzante,
anche perché la deriva liberticida del sistema di potere guidato da Victor
Orban non ha più limiti.
Dopo aver aperto le porte alle
milizie paramilitari del partito Jobbik, presente in Parlamento, in due anni il primo ministro
autocrate ha riscritto la costituzione comprimendo la separazione dei poteri,
ha imbavagliato il sistema mediatico, ha introdotto leggi razziste contro i
senza fissa dimora, ad esempio, e classiste, contro i ceti meno abbienti,
attraverso l’assicurazione sanitaria solo per chi ha un reddito sufficiente. Il
tutto riscoprendo parole d’ordine da impero austro ungarico, dove l’identità
del cittadino ungherese, in qualsiasi parte del mondo esso trovi, deve essere
garantita. Con un sistema economico a rischio di bancarotta, con una moneta
interna svalutata, tanto che è impensabile l'entrata nella zona euro, con
un’azione politica stigmatizzata dall’Unione Europea tutta, Orban continua a
lacerare il tessuto sociale.
Le ultime leggi liberticide
riguardano proprio l’istruzione. Prima
sono stati dimezzati gli atenei, in controtendenza con le politiche di
espansione per ciò che concerne l’istruzione dei paesi mitteleuropei, poi ha
aumentato le tasse universitarie e abolito le borse di studio. Adesso Orban ha
annunciato che nel 2013 verrà finanziata l’istruzione ad appena 10.480
studenti, chi non può permettersi le tasse può chiedere dei prestiti, in cambio
verranno fatti firmare dei contratti attraverso cui si obbligano i giovani a
lavorare in Ungheria per diversi anni dopo la laurea, senza poter lasciare il
paese. Quest’ultima sembra davvero il prodotto di una mente malata, poiché, al
di là della lesione alle libertà individuali, come si può pensare di far
rimanere dei giovani in un paese con un’altissima disoccupazione e con un
altrettanta elevata domanda di forze lavoro dai paesi limitrofi come la
Germania.
Nel silenzio più assoluto del sistema mediatico,
totalmente controllato da Orban, grazie ad una di queste leggi fuori dal tempo,
gli studenti tramite i social network e i blog hanno costituito una rete molto
strutturata, queste sono le sigle più importanti: Rete degli Studenti
(Hallgatói Hálózat – HaHa), l'Unione nazionale degli studenti (HÖOK), la Rete
di Accademici (Oktatói Hálózat, OHA ), la Rete per la libertà di Curriculum
(Hálózat un Tanszabadságért, HAT) e la Rete dei genitori (Szülői Hálózat).
Queste organizzazioni hanno elaborato una piattaforma di lotta in cinque punti:
1. Chiediamo una riforma radicale
dell'istruzione pubblica superiore!
2. Le quote di ammissione devono
essere riportate almeno ai livelli del 2011!
3. Vogliamo che si fermi la
diminuzione dei finanziamenti, e si compensino i ritiri!
4. Eliminare il contratto dello
studente!
5. Non limitare
l'autonomia delle università!
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