Torture sui minori: la nuova pulizia etnica siriana



Foto Ansa

 
I rapporti delle organizzazioni internazionali sugli orrori della guerra siriana, da Save the children” all’UNHCR dell’Onu, rivelano un retroscena sconcertante, a partire dal bilancio dei profughi: ormai sono più di mezzo milione tra quelli già registrati a quelli in attesa di registrazione. Libano, Giordania, Iraq, Turchia e Nord Africa sono queste le aree limitrofe dove sono sorti i campi, che però hanno accolto soltanto il 40 per cento di chi si è messo in fuga, la maggior parte ha trovato riparo in abitazioni prese in affitto, famiglie d’accoglienza o centri collettivi. I numeri dicono che 509.559 sono in questo momento i rifugiati, dei quali 425.160 già registrati e 84.399 in attesa di completare la procedura.
 
 
Foto AP

 
Ma la fotografia numerica e logistica dei rifugiati siriani è soltanto uno degli elementi su cui indignarsi, perché dai racconti che sono stati raccolti, soprattutto dei minori, quello che sta succedendo in Siria è una nuova guerra costruita sulla pulizia etnica. Da un lato vi sono le milizie paramilitari filo-governative alwite, l’etnia del presidente Bashar al Assad, che stanno massacrando il popolo siriano di etnia sunnita. Ma non mancano episodi di crimini commessi dai ribelli sunniti contro la popolazione alawita, anche contro bambini.
 
 
 
Foto UNHCR

 
I metodi per torturare i bambini da parte delle milizie filo-governative sono stati di vario tipo: appesi per le mani e massacrati di botte, oppure sigarette spente sul corpo, o ancora lasciarli per giorni in piedi, senza bere ne mangiare. Teste fracassate da balaustre di cemento, corpi come scudi umani, cadaveri mangiati dai cani. Quasi tutti hanno assistito alla morte di padri, madri, fratelli e sorelle. Non è il museo degli orrori è la realtà, per questo forse sarebbe il caso averne coscienza…
 
 
 
 
 
 
 

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