SIRIA: LA RIVOLUZIONE E LA RESA DEI CONTI

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Ormai le notizie sulla situazione in Siria si succedono in modo incessane. Sono 150, allo stato attuale, i morti sul campo. E' di oggi la notizia che la cità di Daraa è stata accerchiata dai carri armati del regime. Durante l'ultimo venerdi della collera, che ormai sembra diventato un vero e proprio rituale rivoluzionario arabo, ribattezzato nella versione siriana in "Venerdì della Dignità", sono morte 13 persone. Oltre che a Daraa, in varie città si è combattuto: da Damasco fino ad Hama, diventata città simbolo per la repressione nel sangue da parte del padre dell'attuale presidente nei confronti di una rivolta dei Fratelli Musulmani, era il 1982.


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Ma forse il momento che meglio fotografa questa rivoluzione e questa autocrazia è stato l'arresto di una intera scolaresca di bambini che intonavano canti contro il potere costituito. Si, perchè la Siria è uno dei paesi più duri, dal punto di vista delle garanzie di cittadinanza più elementari. E lì infatti che è ancora in vigore una "legge di emergenza" che dura da quarant'anni e che vieta tutto: dalla libertà di riunione e di espressione, alla libertà di partecipazione politica. Il partito Bath, organizzazione dell'islamismo sciita, è l'unico partito ammesso.


Ma se il Potere in Siria è personificato dalla dinastia degli Assad, della città di Latakia, roccaforte degli sciiti alawiti, nella realtà è sostenuto dall'esercito, che ha un peso straordinario nella gestione del Potere, ed è sunnita, come la maggioranza del popolo, che in questo momento si sta ribellando. In effetti quando nel 2000 il giovane Assad andò al potere, si racconta che lo fece suo malgrado, poichè in seguito agli studi in Europa, aveva immaginato la sua vita in un modo diverso. Forse per questo si parlò di una nuova era riformatrice per la Siria. Ma così non fu: si guadagnò invece il titolo di stato canaglia da Bush figlio.


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Certo è che tutto quello che sta succedendo in Siria ha un peso assai diverso nel contesto delle rivoluzioni mediorientali, non foss'altro per l'importanza che ha questo paese nello scacchiere arabo: da sempre principale nemico di Israele, sia per i possedimenti contesi del Golan, che per il tema relativo alla causa palestinese. Per queste ragioni la Siria è il principale alleato di Hamas e di Hezbollah e per queste ragioni è sempre stato uno dei paesi più pericolosi e belligeranti dell'area.


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Intanto il giovane Assad annuncia grandi riforme, la repressione continua ma lui annuncia l'abolizione della legge di emergenza, annuncia un nuovo governo, annuncia che mercoledi farà un discorso alla nazione. Ma forse, questa volta, la rivoluzione del popolo sta per innescare la resa dei conti tra le oligarchie medirientali che negli ultimi quarant'anni si sono combattute.






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